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Dizionario Digital

Hai la sensazione che il mondo digitale sia fatto di paroloni, spesso stranieri, che capisci a malapena? Che si aggiorni troppo in fretta per riuscire a stargli dietro? In questa rubrica ti spiego i concetti più utili in campo digital usando parole chiare anche per chi si sente un po' analogico!

*** Ogni settimana una parola nuova.
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Direct response marketing cosa è

Cosa è il Direct response marketing o marketing a risposta diretta?


Si tratta di una disciplina che si pone come obiettivo l’ottenimento di un risultato immediato e misurabile in termini di vendite, ordini, richieste di contatto.


Cerca di incoraggiare il potenziale cliente a compiere un’azione optando per l’offerta dell’azienda che ha creato l’annuncio pubblicitario.


A differenza di altri tipi di marketing, non richiede tempi lunghi per iniziare a vedere risultatiGli inserzionisti possono accedere ai risultati già dal momento in cui viene lanciata la campagna e iniziare a fare delle valutazioni già dopo una settimana di raccolta dati.


È un tipo di marketing che può essere utilizzato in quasi tutte le forme di pubblicità: spot televisivi, riviste, giornali, spot radiofonici, web e annunci online.


Rispetto al marketing tradizionale, che si concentra prevalentemente sull’aumento della consapevolezza del brand, le campagne di “direct response marketing” prevedono un ritorno immediato sull’investimento, per cui i contenuti saranno un po’ diversi.


Uno degli strumenti del direct response marketing (e della strategia) legato al web è la landing page.

Che cos’è il Retargeting?


È una soluzione strategica per ricordare ai consumatori un loro interesse, con l’obiettivo di convincerli a contattarci, completare il loro acquisto e via dicendo.


Ricordi l’esempio fatto per il pixel di Facebook, dove eri il cliente indeciso su un paio di scarpe da acquistare online? Oggi invece immaginiamo che tu sia titolare di quello stesso negozio di scarpe e che Valentina sia una potenziale cliente che sta navigando sul tuo e-commerce dal suo PC: visualizza diversi articoli ma alla fine abbandona senza aggiungere niente al carrello, compiaciuta per non essersi lasciata tentare ed essendo quindi riuscita a risparmiare.


Qualche giorno dopo, dal suo smartphone, Valentina vede un annuncio per un prodotto che aveva visualizzato e altri articoli che invece non aveva ancora visto: è attratta dall’annuncio, si ricorda del tuo marchio e torna nel sito per effettuare l’acquisto. Risparmierà un’altra volta!

Ecco, questo è il retargeting in azione.

 

C’è lo zampino del pixel di Facebook, che ci aiuta fornendoci le informazioni sui potenziali clienti.

Un paio di motivi per cui questa strategia è efficace?


È un modo per far convertire un utente già interessato e le campagne hanno un costo più conveniente rispetto ad altri metodi di advertising.

In parole semplici, cosa è il  Pixel di Facebook?

È un pezzettino di codice che sa fare cose grandiose: lo installi sul tuo sito web e lui ti permette di riconoscere l’utente che ha compiuto un’azione (per esempio ha portato a termine un acquisto o ha visualizzato una pagina specifica), così che tu possa capitargli di nuovo sotto il naso per proporgli un’inserzione pensata proprio per lui.

Funziona tramite l’attivazione dei cookie e ci fornisce informazioni molto utili per creare campagne sempre più efficaci, perché indirizzate a un pubblico ben specifico che potrà trovarle utili ed essere quindi invogliato a fare ciò che desideri, come cliccare su un certo link o acquistare un determinato prodotto.

Se ci pensi, è anche uno strumento di analisi che ti consente di misurare l’efficacia delle inserzioni che proponi e monitorare l’impatto delle tue campagne sponsorizzate.

Hai presente quando ti trovi su Facebook l’inserzione di quel paio di scarpe che hai messo e tolto dal carrello dieci volte? No, non ti stanno spiando! È la magia del retargeting… 

WebP è un formato di immagine sviluppato da Google e perfettamente supportato da Chrome che migliora le performance del tuo sito.

E come fa?
Riesce a comprimere le immagini senza diminuire la loro qualità
, quindi se le metti a confronto con formati jpg e png hanno la stessa resa, ma pesano molto di meno.

Questo è un dato importantissimo se sei online, perché quando i siti risultano lenti molto spesso è colpa delle immagini troppo pesanti, e il rischio è che l’utente si stufi e chiuda la pagina che stava visitando perché ci mette troppo a caricarsi.

Già questo basterebbe a voler correre ai ripari, ma vuoi sapere un’altra cosa interessante?
Google premia i siti che hanno buone performance assegnando loro un posizionamento migliore nella SERP.

Quindi, riassumendo: un sito con immagini più leggere è anche un sito più veloce, che soddisfa gli utenti e anche Google, il quale a sua volta ti premia facendoti apparire più in alto nei risultati di ricerca. Non è fantastico?

Se pensi che sia il momento di alleggerire le tue immagini convertendole in formato WebP sappi che ci sono diversi strumenti e plugin, anche gratuiti, che ti possono aiutare nell’impresa. Un esempio? Il plugin shortpixel per wordpress.